Il caso
07.06.2024 - 08:21
E’ diventata definitiva la condanna nei confronti di Antonino Zappalà, 47 anni, l’uomo che nel gennaio del 2022 uccise nel corso di una folle aggressione la suocera Nadia Bergamini in un appartamento di via Casorati a Latina, a poca distanza dal centro Morbella. La sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma a 21 anni e sette mesi che risale allo scorso gennaio non è stata impugnata.
La vittima che era invalida ed era sulla sedia a rotelle era stata picchiata in diverse parti del corpo e in base alla ricostruzione della Polizia anche quando il padre di Zappalà aveva tentato il fermare il figlio, l’uomo era andato avanti. «L’azione omicida era stata cruenta», aveva sottolineato il pm Marco Giancristofaro, titolare dell’inchiesta. «Ha selvaggiamente picchiato Nadia Bergamini inerte sulla sedia a rotelle, colpendola più volte con ferocia anche su parti vitali quali il cranio.
Il tutto non arrestandosi neanche quando il padre ha cercato di bloccarlo con un’azione che non ha avuto esito», avevano scritto i giudici della Corte d’Assise di Latina nelle motivazioni della sentenza. Sempre i magistrati avevano osservato che l’aggressione era stata «immotivata e vigliacca all’indirizzo di una donna che era sulla sedia a rotelle». L’anziana era stata in condizioni disperate all’ospedale Santa Maria Goretti, alcune ore dopo era morta a causa dei gravissimi traumi riportati. «Mia madre aveva il volto tumefatto», aveva detto la figlia della donna, la prima ad intervenire. Il quadro lesivo di Nadia Bergamini era gravissimo. «Aveva ecchimosi diffuse e poi lesioni al polso e anche alla mano destra perchè ha cercato di difendersi», aveva osservato il medico che aveva soccorso l’anziana.
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