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Il fatto

Pesta un 18enne, si aggrava a posizione di De Rosa

Una perizia medico legale disposta dalla Dda di Roma rivaluta le lesioni subite dal giovane picchiato

Pestaggio e minacce, per il Riesame non è metodo mafioso. Concessi i domiciliari a Giuseppe De Rosa

Si aggrava il quadro indiziario a carico di Giuseppe De Rosa, il ventenne indagato per il brutale pestaggio di un adolescente, consumato una notte alla fine di settembre tra piazzale Pordenone e via Toti, una zona di ritrovo dei giovani nei pressi del liceo classico. Contestualmente al provvedimento col quale il giudice per l’indagine preliminare del Tribunale di Roma ha aggravato la misura cautelare, disponendo il trasferimento del giovane in carcere dopo un periodo trascorso agli arresti domiciliari, la Direzione Distrettuale Antimafia capitolina ha rincarato la dose, riqualificando i reati contestati, all’esito di una perizia medico legale che ha prospettato lesioni più gravi, per la vittima, di quanto valutato inizialmente dai medici dell’ospedale, quantificabili con una prognosi di oltre quaranta giorni.


La mossa del sostituto procuratore Luigia Spinelli, prima del trasferimento alla Procura di Latina per l’incarico di procuratore aggiunto, è servita per ridare vigore all’inchiesta che il Tribunale del Riesame aveva in parte smontato. Innanzitutto perché ora il reato principale delle lesioni procurate alla parte offesa, rientrando nella fattispecie più grave contemplata dalla legge, è perseguibile d’ufficio e questo particolare consente di ovviare l’assenza della denuncia querela della vittima. Un aspetto, questo, che ora può essere soppesato nella sua interezza, riconducendo la paura vissuta dal diciottenne picchiato nel formalizzare l’accusa contro il suo aggressore al peso dell’intimidazione che quest’ultimo ha saputo esercitare sia nei confronti della vittima che dei testimoni.

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