Il caso
18.01.2025 - 10:00
Tra i capi d’imputazione dei reati contestati ai tre ladri seriali, arrestati dai Carabinieri di Latina, non figura nessuno dei numerosi e frequenti furti consumati negli ultimi mesi all’interno dei locali adibiti a spogliatoi nel piano interrato dell’ospedale Santa Maria Goretti, ma l’attività d’indagine prosegue proprio per raccogliere prove a sufficienza anche per le razzie negli armadietti di medici e infermieri, spesso costretti a tornare a casa con la divisa. Che Arianna Ramiccia, Noura Hablani e Fabio Lauria, 32 anni le prime, 29 il terzo, siano tra i principali sospettati delle intrusioni notturne nel nosocomio del capoluogo pontino non lo rivelano solo le analogie con gli altri colpi, ma anche e soprattutto una serie di testimonianze alle quali stanno lavorando i militari dell’Arma, raccolte tra gli operatori sanitari che sostengono di avere visto alcuni di loro tre in atteggiamento sospetto proprio in ospedale nelle sere in cui si erano verificati alcuni degli episodi.
Assistiti dalle avvocatesse Alessia Vita e Virginia Ricci, i tre presunti ladri sono finiti in carcere per una serie di episodi che li vedono certamente protagonisti, riconosciuti grazie ai filmati di video sorveglianza che li hanno immortalati mentre rubavano oppure spendevano i proventi delle razzie.
Un quadro indiziario consolidato dalla refurtiva che è stata trovata in loro possesso in occasione di alcuni controlli. Emblematico, ai fini proprio dell’inchiesta sui furti in ospedale, quello che era successo nello spogliatoio di un’altra struttura sanitaria, vale a dire l’ospedale ortopedico Icot, dove Ramiccia e Lauria, forzando un armadietto, avevano arraffato gli oggetti personali di un medico e le chiavi del suv che poi avevano portato via dal parcheggio. Rintracciati poi in città, i due erano stati trovati in possesso delle cose sottratte al professionista e il mezzo era stato recuperato.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione