L'evento
04.03.2025 - 10:30
La studentessa indiana che parla di cittadinanza, la commessa di Formia che racconta le diseguaglianze contrattuali, Marco Omizzolo che invita ad andare a votare ai referendum anche perché il mondo ci guarda, la sindaca di Latina che ringrazia Maurizio Landini per aver scelto la sua città quale luogo in cui parlare di diritti, la responsabile di Libera che invita a partecipare alla giornata in memoria delle vittime di mafia: c’era un mondo confinante con la Cgil all’assemblea generale della Cgil di Frosinone e Latina ieri mattina al D’Annunzio. Oltre alle decine di iscritti, Rsu e delegati giunti dalle due province per dare il via alla campagna referendaria, dopo la mobilitazione che ha portato alla raccolta di firme per sostenere i cinque referendum.
In apertura dei lavori il segretario Giuseppe Massafra ha riassunto i motivi per i quali è necessario battersi per i diritti, parlando del precariato, delle diseguaglianze, dello sfruttamento pesante che proprio da queste parti si fa sentire eccome.
«Abbiamo deciso di mobilitarci per un valore che evochiamo, ma che abbiamo smesso di praticare: la democrazia. - ha detto Massafra - Allora serve rimettere nelle mani dei cittadini un potere che è stato scippato ormai da molto tempo: il potere di decidere direttamente, attraverso il referendum. Questo è stato lo strumento a cui insieme abbiamo deciso di ricorrere perché espressione più alta della volontà popolare».
Poi un minuto di silenzio per i morti sul lavoro, l’ultimo poche ore fa, in un bilancio che conta ogni anno mille vittime dentro un trend implacabile e stazionario da 20 anni. Nel corso della mattinata l’assemblea raccoglie voci di dentro, delle categorie che rimandano la fotografia più precisa di come si sta vivendo questa fase storica ed economica nei luoghi di lavoro: molto precariato, molta cassa integrazione, una decurtazione dei diritti che sembra non finire mai e il «continuo scaricare sui lavoratori le incongruenze di un’economia sfrenata e tutta incentrata sul profitto». Parole dure del segretario generale Maurizio Landini, intervenuto in chiusura e facendo propri tanti passaggi delle testimonianze ascoltate nel corso dell’assemblea. «Il nostro obiettivo è raggiungere il quorum, portare a votare 26 milioni di persone e covincerli che questa volta non vanno alle urne, come per le elezioni, cioè per delegare qualcun altro. No, questa volta vanno per loro stessi , scelgono direttamente. - ha detto Landini - Ecco perché è fondamentale che ciascuno di noi uscendo da qui inizi una campagna referendaria in ogni città, borgo, quartiere e soprattutto nei luoghi di lavoro. Il voto è la nostra rivolta contro leggi sbagliate, perché quelle leggi hanno precarizzato il lavoro, hanno causato morti sul lavoro e non riconoscono il lavoro delle persone che pagano le tasse e portano avanti la nostra economia. Vogliamo affermare un nuovo modello sociale con al centro il lavoro e la dignità delle persone. Si è liberi se si arriva a fine mese, se non si muore sul lavoro, se c’è un sistema sanitario adeguato, un sistema fiscale che fa pagare le tasse in base al reddito. E’ un voto di libertà, che vuole rimettere al centro la dignità delle persone, la giustizia sociale. Vogliamo affermare un nuovo modello sociale che dia soprattutto un futuro ale nuove generazioni».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione