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A giudizio per l’attentato al sindaco

Processo per Vincenzo Zizzo ritenuto il mandante del danneggiamento dell’auto del sindaco Magnafico. Le indagini dopo l’incendio nel settembre del 2023: il Comune di Lenola parte civile

Attentato al sindaco Magnafico, arrestati due uomini

Ieri sera in Tribunale a Latina la lettura del decreto che dispone il giudizio. Il giudice per l’udienza preliminare Laura Morselli ha accolto la richiesta del pm Valentina Giammaria. Processo per Vincenzo Zizzo, 42 anni di Fondi, ritenuto il mandante del danneggiamento dell’auto del sindaco di Lenola Fernando Magnafico. Secondo l’accusa avrebbe incaricato una persona rimasta ignota di incendiare la vettura del primo cittadino. A processo anche Pasquale Spirito accusato di spaccio di droga. Il via - come disposto dal gup al termine di una lunga camera di consiglio - per il 17 settembre davanti al Collegio Penale del Tribunale di Latina. Nel corso del suo intervento, il collegio difensivo - composto dagli avvocati Giulio Mastrobattista e Atena Agresti - ha cercato di scardinare le accuse e ha chiesto il non luogo a procedere, puntando anche sull’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche relative ad alcune accuse. Nel processo, il Comune di Lenola, rappresentato dall’avvocato Walter Marrocco, si è costituito parte civile.

L’inchiesta dei Carabinieri della Compagnia di Terracina aveva portato lo scorso agosto agli arresti, con l’emissione di un’ordinanza cautelare da parte del giudice Giuseppe Molfese. L'indagine era nata dopo l’incendio dell’auto del sindaco di Lenola, avvenuto il 19 settembre 2023 in località Valle Bernardo.

Il movente, secondo l’accusa, sarebbe legato al tentativo di influenzare l’operato del sindaco riguardo l’ampliamento del cimitero comunale, un progetto ostacolato da Zizzo, poiché avrebbe arrecato danno al suo terreno. Il pm ha accusato Zizzo di aver appiccato il fuoco all’auto del sindaco in concorso con una persona non ancora identificata. Durante l’interrogatorio di garanzia, Zizzo ha negato le accuse, sostenendo che le frasi intercettate erano critiche di natura politica. Infine, per alcuni episodi di spaccio, il giudice ha disposto il non luogo a procedere a causa dell'inutilizzabilità delle intercettazioni.

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