Il caso
21.08.2025 - 12:35
Un post su un gruppo Facebook locale ha acceso la discussione su sicurezza, senso civico e il ruolo dei social. Un utente ha raccontato che la moglie sarebbe stata rapinata nelle scorse giornate intorno alle 17:30 di fronte al Pat, poco dopo aver ritirato contanti dalla Posta. Il post ha raccolto subito altre segnalazioni di episodi simili nella stessa zona. A questo punto una signora ha chiesto: «Siete andati a denunciare?». E a quanto pare nessuno è andato in caserma o commissariato a denunciare. Così si è acceso un dibattito sull'importanza di segnalare questi episodi alle forze di polizia. Molti utenti non hanno condiviso questo punto di vista, richiamando al senso civico: «La denuncia serve, poi si può segnalare anche sui social...».
Il dibattito online lascia aperta una riflessione più ampia: oggi molti scelgono di raccontare episodi di microcriminalità sui social anziché nelle caserme o in questura. Si cerca di avvertire le persone in tempo reale ma allo stesso tempo si rischia anche di lasciare le cose come stanno. E intanto, tra sfiducia verso le istituzioni e l’illusione di protezione virtuale, il confine tra cronaca vera e semplice sfogo online diventa sempre più sottile.
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