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Il fatto

Accusati di bancarotta, escono di scena fratello e sorella

Le accuse contestate per il fallimento di un'azienda. La sentenza nei giorni scorsi

Accusati di bancarotta, escono di scena fratello e sorella

A distanza di dieci anni dai fatti contestati alla fine sono usciti di scena dall’accusa di bancarotta. Sul banco degli imputati -  nel corso dell’udienza preliminare in Tribunale che si è svolta nei giorni scorsi davanti al giudice Giuseppe Cario -  fratello e sorella, entrambi di Latina coinvolti in una inchiesta su un fallimento dell’impresa di costruzioni dichiarato dal Tribunale di Latina che risale al 2014. I due imputati, una volta chiusa l’indagine,  sono comparsi davanti al giudice e sono difesi dagli avvocati Simona Verdesca Zain e Angelina Verrengia.
Un imputato aveva chiesto il giudizio abbreviato, un rito previsto dal codice che prevede la riduzione di un terzo della pena in base agli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari. Il pubblico ministero Valentina Giammaria aveva chiesto la pena di tre anni e sei mesi, alla fine il giudice dopo la camera di consiglio ha letto la sentenza: assoluzione in un caso e proscioglimento con il non luogo a procedere nell’altro caso.  La difesa aveva puntato su diversi elementi: non c’erano i requisiti del reato di bancarotta fraudolenta, non vi è stata la distrazione patrimoniale e la sottrazione delle scritture contabili.
Non c’era il dolo. In base a quello che è emerso l’esposizione debitoria era di oltre 70mila euro a fronte di un patrimonio nettamente superiore. La difesa nel corso del suo intervento ha sostenuto che i due imputati avevano cercato in tutti i modi di salvare l’azienda e che hanno compiuto una serie di azioni per scongiurare il tracollo e hanno ribadito in aula che non vi era la volontà di distrarre. Una tesi che alla fine è stata accolta dal Tribunale.  
Le motivazioni della sentenza saranno depositate dal giudice entro trenta giorni.

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