L'intervento
27.11.2025 - 13:30
Il convegno di Tresigallo dello scorso 15 novembre ha, senza dubbio, segnato un punto di svolta per il futuro delle Città di Fondazione, con l’avvio di un progetto a livello nazionale che servirà a mettere in rete le cosiddette “città nuove” come Latina, Sabaudia, Pontinia, Aprilia, Pomezia, Colleferro, Carbonia e Tresigallo, ultime città fondate in Italia nel corso del Novecento, esempi straordinari di architettura razionalista e di urbanistica moderna. Stiamo parlando, infatti, di città fondate ex novo in Italia, legate a grandi piani di bonifica, urbanizzazione e sviluppo industriale. Dopo di esse, l’Italia ha continuato a espandere città esistenti o a costruire quartieri residenziali, ma non si sono più create città ex novo su larga scala come nel caso di queste città che rappresentano, dunque, un patrimonio storico unico nel loro genere, studiato in ogni parte del mondo.
Un’idea emersa a margine degli interventi del sindaco di Tresigallo, Mirko Perelli, dell’ex sindaco della cittadina, Maurizio Barbirati e dell’ex sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti, basata su un progetto, nato qualche anno fa, che aveva come obiettivo quello di riportare le città nate negli anni ’30 al centro del dibattito nazionale, riconoscendole come straordinarie esperienze urbanistiche e architettoniche del Novecento e trasformandole in leve di progettualità, investimenti e relazioni istituzionali. Una proposta subito sposata dall’assessore Annalisa Muzio, e già condivisa con il sindaco Matilde Celentano. Una rete che nei prossimi mesi muoverà i primi passi con una serie di iniziative a cui si sta già lavorando.
“Si tratta di una proposta che rappresenta un’occasione unica per dare nuova visibilità a Latina e alle altre città di fondazione, inserendole in un circuito culturale e turistico che ne valorizzi la storia, l’arte e la capacità di innovare – afferma Roberto Stabellini, vicepresidente di Fare Latina. L’idea nata durante il convegno di Tresigallo è quella di avviare una ricognizione e creare una rete delle città di fondazione del Novecento, con l’obiettivo di valorizzarne il patrimonio architettonico e culturale e di farle conoscere al di là del periodo storico in cui nacquero. Perché queste città – ribadisce Stabellini – non sono soltanto testimonianze di un’epoca, ma luoghi vivi che continuano a produrre cultura, identità e innovazione. È tempo di metterle in rete e di raccontarle come parte integrante della storia e del futuro del nostro Paese. Un progetto – aggiunge ancora il vicepresidente di Fare Latina - che si ispira alle esperienze passate dell’Associazione Nazionale delle Città di Fondazione, ma che oggi vuole compiere un salto di qualità: passare dalla conservazione alla valorizzazione, dal localismo all’idea di sistema, dalla celebrazione episodica alla programmazione strutturata”.
Un progetto che va di pari passo alla recente firma della Convenzione per il rilancio del sistema integrato delle Città di Fondazione dell’Agro Pontino e Romano che va proprio in questa direzione: creare una rete coordinata tra musei, biblioteche, archivi e istituti culturali, capace di raccontare in modo condiviso e contemporaneo il patrimonio storico e artistico del territorio.
“Per troppo tempo le Città di Fondazione sono state percepite come “città fasciste” – sottolinea Stabellini – continuando a pagare, negli anni, un’eredità ingombrante che ha finito per oscurare il loro vero valore. È arrivato il momento di scollarci da dosso questa etichetta, questa visione riduttiva e iniziare a dare valore a queste città che hanno ancora molto da esprimere e che, se messe a sistema, possono diventare motore di sviluppo culturale, economico e turistico. Oggi Latina – conclude Stabellini - non vuole più essere spettatrice della propria storia, soprattutto in vista del Centenario della nostra città che è ormai molto vicino. Il lavoro avviato dimostra che Latina può giocare una partita da protagonista, scegliendo il futuro che vuole costruire e non limitandosi a ricordare ciò che è stata”.
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