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Giudiziaria

Scandalo patenti, tutti in silenzio dal gip

Gli interrogatori degli indagati: in sei si sono avvalsi della facoltà di non rispondere

Scandalo patenti, tutti in silenzio dal gip

Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere i sei indagati, finiti agli arresti domiciliari per l’inchiesta sullo scandalo delle patenti. Oggi davanti al gip Barbara Cortegiano che ha emesso il provvedimento restrittivo sono comparsi i quattro indagati residenti in provincia di Latina e altri due arrestati che si trovano a Napoli. Le accuse ipotizzate sono quelle di associazione per delinquere e poi anche corruzione. Sono sei le misure restrittive eseguite nei confronti di: Giovanni Chiariello, Claudio Caiani, Antonio Villani, dipendente della Motorizzazione di Latina; Salvatore Amore e Carmine Omaggio, titolari di autoscuole e Adrian Dinu, addetto alla vigilanza della motorizzazione. Secondo l’accusa c’era una tariffa per comprare l’esame teorico della patente. L’inchiesta è stata coordinata dai pm Valerio De Luca e Valentina Giammaria. Le indagini erano state condotte dal personale della Polizia giudiziaria della Procura insieme ai colleghi della Polizia giudiziaria della Polizia Stradale di Latina. Gli accertamenti tra ottobre 2022 e giugno 2023 hanno consentito di svelare un sistema di illeciti, corruzione e falsificazioni degli esami per il conseguimento della patente a cittadini di origine indiana. Nelle perquisizioni in casa di un indagato, gli investigatori hanno sequestrato una somma di denaro pari a oltre 70mila euro. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Maurizio Forte, Gaetano Marino, Massimo Frisetti, Giuseppe Pesce, Daniela Fiore, Orfeo Palmacci.

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