Giudiziaria
08.02.2025 - 13:30
Sono stati condannati dal giudice Mara Mattioli per le estorsioni e le truffe con gli incidenti fantasma. Le vittime sono diversi anziani della provincia di Latina. Pena di cinque anni per Mario e Giuliano Bevilacqua rispettivamente di 40 e 30 anni e condanna a sei anni per Giuliano Abruzzese di 29 anni, sono originari della Campania e domiciliati a Nettuno. La scusa per «ipnotizzare» le vittime era sempre la stessa: gli incidenti stradali. E’ quella che è stata definita la truffa dello specchietto scoperta dai Carabinieri della stazione di Sermoneta coordinati dal comandante Antonio Vicidomini nell’ambito di un’inchiesta condotta dal pubblico ministero Giuseppe Bontempo. Ieri i tre imputati - difesi dagli avvocati Coronella e Tortora - sono comparsi davanti al magistrato e al pubblico ministero Marina Marra. Hanno scelto un rito alternativo, godendo della riduzione di un terzo della pena alla luce degli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari. Era l’ultimo atto del procedimento dopo che nel corso della sua requisitoria, lo scorso dicembre, la Procura rappresentata dal magistrato inquirente, aveva tirato le somme chiedendo la condanna per i tre, mettendo in luce le condotte e lo schema utilizzato per raggirare le vittime ignare di essere finite nella morsa della banda. Al termine della camera di consiglio il giudice si è pronunciato e ha emesso la sentenza. I tre sono tutti agli arresti domiciliari. Uno tra i fatti più gravi e odiosi, risale al 2020 quando dopo aver simulato due incidenti in via Congiunte sinistre alle porte di Latina, nella zona di Borgo Carso e aver rivendicato presunti danni, una delle tre persone ha anche minacciato una vittima. In quella circostanza il bottino era stato di 500 euro. Infine dalle carte dell’inchiesta è emerso anche un altro particolare: uno degli imputati ha detto alla vittima che l’incidente aveva provocato altri danni: un incendio alla sua auto. In quel caso l’anziano raggirato si è sentito psicologicamente sotto pressione, è stato costretta a pagare prima 1700 euro e a seguire quasi 5000 euro. Gli uomini dell’Arma avevano accertato questo fatto in un parcheggio a Latina a poca distanza da piazza Moro. Era stato il gip Giuseppe Molfese ad emettere il provvedimento restrittivo accogliendo le risultanze investigative della Procura. Ieri a distanza di nove mesi da quando erano state eseguite le misure restrittive il gip ha emesso la sentenza di condanna.
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