Dall'opposizione
05.01.2024 - 12:30
Salvatore La Penna è l'unico esponente pontino del centrosinistra in Regione Lazio. Con lui abbiamo analizzato questi primi mesi di amministrazione Rocca.
Consigliere La Penna, dall'opposizione come vede questa prima fase dell'amministrazione Rocca, culminata con l'approvazione della manovra di bilancio?
«Da un'analisi complessiva del primo anno di governo della Giunta Rocca emerge la percezione generale di una funzione subalterna rispetto al governo nazionale. Non solo sulle grandi questioni attinenti al PNRR, alla sanità, alle spinte verso l'autonomia differenziata, ma anche in dinamiche amministrative di minore impatto globale ma importantissime per i territori. Si percepisce la volontà di non mettere in difficoltà il governo Meloni su alcuni dossier su cui le risposte non sono assicurate».
Come opposizione spesso sottolineate che Rocca sta beneficiando dell'eredità di Zingaretti, mentre da destra dicono che sia vero il contrario, ossia che Rocca sta sistemando i danni di prima. Solite schermaglie?
«Il nostro giudizio sulla manovra, per me la prima dai banchi dell'opposizione, rimane sicuramente negativo. Spero almeno che nell'economia di una valutazione generale il bilancio che abbiamo discusso in commissione ed in aula a fine anno possa rappresentare un momento di consapevolezza. Le cosiddette operazioni verità sbandierate da Rocca scivolano sovente e facilmente nella propaganda e nella speculazione. È emerso in maniera chiara nella discussione, e sta nei dati, il lavoro compiuto dalla Giunta Zingaretti nell'utilizzo e nella programmazione delle risorse europee e nel lavoro politico di ottenimento e programmazione del PNRR, senza i quali oggi non ci ritroveremmo 18 miliardi da spendere, nel risanamento e nella ristrutturazione del debito, che ha evitato il default di imprese ed enti locali, nella razionalizzazione delle società regionali, nella rinegoziazione dei mutui. C'è un dato stratificato in lunghi anni, pregresso e strutturale del debito della Regione che va affrontato con serietà. Basta con il ritornello stucchevole dei miliardi di indebitamento creati da quelli di prima e sanati con un colpo di bacchetta magica. Non è rispettoso dell'intelligenza degli elettori».
In aula, al momento della votazione del bilancio, ci sono state tensioni e accuse incrociate. Cosa è accaduto?
«Durante la discussione si sono registrati momenti significativi nei quali l'azione unitaria del PD e delle opposizioni ha determinato la direzione delle scelte. Dopo mesi in cui ci era stato veementemente segnalato come non vi fossero le risorse per confermare il fondo taglia tasse, da noi introdotto con 300 milioni stanziati nella precedente manovra per diminuire la pressione fiscale sui redditi medio-bassi, la maggioranza ha fatto una sofferta marcia indietro ed ha velocemente chiuso un accordo con le sigle sindacali, sulla cui applicazione vigileremo. Un'altra clamorosa marcia indietro, indotta dalla nostra azione, è stata quella sulla paradossale compravendita del teatro Eliseo di Roma: 24 milioni da stanziare in bilancio per acquisire un teatro da un privato che lo aveva acquistato per 7 milioni. La marcia indietro ha prodotto un esito positivo e condiviso: quei 24 milioni saranno messi a disposizione del sistema culturale di tutto il Lazio. Importante inoltre il riconoscimento della battaglia del PD per maggiori risorse destinate al contrasto alla violenza di genere».
A suo avviso come esce la nostra provincia nel bilancio regionale?
«Sono preoccupato per la provincia di Latina. Dagli ambienti politici e istituzionali della destra arrivano rivendicazioni un po' stucchevoli di azioni amministrative non determinatesi in questo anno di governo, ad esempio sulle infrastrutture strategiche, sui nuovi ospedali di Latina e Formia, sulla missione 6 del PNRR riguardante la sanità territoriale. Scelte strategiche e finanziamenti frutto del lavoro della Giunta Zingaretti. Sembra una corsa competitiva all'interno della maggioranza ad accaparrarsi meriti su processi molto più grandi rispetto al raggio di azione di un singolo consigliere o, di converso, su questioni veramente marginali, dentro una fase di grande sbilanciamento nel rapporto fra Giunta e azione legislativa del Consiglio. Non si avverte la dovuta centralità del territorio pontino nelle scelte strategiche e nei meccanismi decisionali nonostante la folta rappresentanza. Io sarei più preoccupato dei nodi fondamentali. Oltre 30 milioni sono stati erogati ai privati per fronteggiare l'emergenza dei pronto soccorso senza risultati tangibili, come purtroppo si nota in queste ore; parliamo di un tema complesso su cui non vi debbono essere dogmi. Sarei più preoccupato della necessità di una battaglia comune per rimodulare l'accordo fra Regione e Governo sui Fondi di Sviluppo e Coesione, oltre 1 miliardo di risorse che rischiano di disperdersi in mille rivoli con interventi spezzatino che non risolvono i problemi strutturali. Mi preoccuperei di sollecitare l'elaborazione del piano dei rifiuti, data la volontà espressa di cancellare il lavoro fatto negli ultimi anni, a meno che non vi sia la precisa scelta politica di lasciare la programmazione e l'individuazione dell'impiantistica agli interessi e alle legittime pianificazioni dei privati e alla funzione burocratico-amministrativa degli uffici. Non credo che nell'area nord della nostra provincia vi possa essere grande condivisione su questa linea».
Lei che proposte ha avanzato?
«Al netto delle questioni generali che abbiamo posto come gruppo, personalmente nel lavoro di emendamento ho presentato proposte per la messa in sicurezza del territorio, per i territori che hanno subito danni da calamità, per la riqualificazione urbanistica delle periferie dell'area nord della Provincia di Latina, per la promozione del litorale, per politiche a sostegno dell'artigianato, per aumentare il fondo indennizzi per i danni da fauna selvatica, per le spese di compartecipazione che i comuni sostengono per le persone in condizioni di fragilità che necessitano di assistenza sanitaria, per sostenere interventi di messa in sicurezza di strade, parchi, impianti sportivi e di riqualificazione dei centri storici nei nostri comuni. Ho proposto di aumentare le risorse del fondo per lo sviluppo agricolo per tutelare i comparti più colpiti, come quello del kiwi e della vite. Sui danni da calamità vi sono stati dei segnali positivi, per il resto pochi margini».
E il Pd, invece, come se la passa? Auspici per il nuovo anno?
«Per il 2024, per quanto riguarda il Partito Democratico della provincia di Latina, il mio auspicio è che continui e si rafforzi ulteriormente il percorso intrapreso di rinnovamento e di attenzione alla qualità della proposta e dell'iniziativa politica. Un prezioso lavoro del segretario Sarubbo e del gruppo dirigente, in una contingenza non semplice, che presto potrà dare i suoi frutti».
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