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Cade l'amministrazione Agresti, si attende il Commissario

Mancata approvazione del bilancio con otto favorevoli e otto contrari: finisce il quarto mandato del sindaco

Cade l'amministrazione Agresti, si attende il Commissario

Il Consiglio comunale di Itri non è riuscito ad approvare il bilancio di previsione, lo strumento massimo che regolamenta e condiziona le scelte amministrative di un Comune. Da qui la fine anticipata dell'Amministrazione nata dopo le consultazioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021 con l'arrivo, alla guida straordinaria dell'ente locale, del terzo commissario nel giro di soli nove anni. Era toccato, alla dottoressa Raffaella Vano, oggi dirigente con funzioni di alte responsabilità presso il Ministero dell'Interno, nel 2015, quando fu sfiduciato l'allora sindaco Giuseppe De Santis. Subentrò in questo incarico, con lo scioglimento dell'assise civica guidata da Antonio Fargiorgio, nel 2020, il vice prefetto aggiunto di Latina, Francesco Del Pozzone.

A determinare, ieri, la caduta dell'amministrazione guidata da Giovanni Agresti, al suo quarto mandato, è stata la mancata approvazione del bilancio che ha visto il fronte dei consiglieri bloccato su un risultato di parità: 8 voti a favore 8 contrari, con la non partecipazione, per motivi di lavoro, dell'avvocato Tiziana Ialongo, seconda eletta nella lista di Antonio Fargiorgio. A votare contro l'approvazione del massimo strumento operativo della vita di un comune, giustificando la loro posizione con la mancata partecipazione alla fase redigenda del bilancio sono stati Antonio Fargiorgio, Vittoria Maggiarra, Elena Palazzo, Simone Di Mascolo, Alessia Mancini, Salvatore Ciccone, Giuseppe Cece e Francesco Bedendo, consigliere subentrato al dimissionario Osvaldo Agresti, esponente del M5S. Favorevoli, invece, Giovanni Agresti, Giuseppe De Santis, Anna Serena Ciccarelli, Andrea Di Biase, Mario Di Mattia, Antonio Ruggieri, Salvatore Mazziotti e Gabriella Dragonetti. Polemiche a volte svuotate di contenuti politici hanno caratterizzato la discussione con i contrari che hanno rimarcato «l'inefficienza di quasi tre anni di vita amministrativa», definita «approssimativa, anomala e trasformista».

Giuseppe De Santis, vicesindaco che si è sobbarcato l'onere di portare avanti il carico di lavoro amministrativo dal momento in cui le criticità di salute hanno bloccato il sindaco Agresti, ha affermato di «non voler rilasciare dichiarazioni alla luce dello "schiaffo" rivolto a Giovanni (il sindaco, ndr) soprattutto da coloro che lui aveva nobilitato in politica. Per me parlano i dati che ho riportato in consiglio con le manchevolezze di quanti mi sono succeduti. Basti per tutte il caso del PGAF (Piano Generale Agro Forestale), che ha avuto, il 25 febbraio 2015, il "sì" dalla Regione nella conferenza dei servizi e che ha visto i tecnici ricevere il loro onorario di 130.000 euro dal commissario prefettizio Raffaella vano, succeduta al mio mandato. Ho trovato - ha pure detto in Consiglio - pratiche lasciate dal tempo del mio incarico, coperte di polvere perché mai seguite e pertanto inevase. Il bilancio odierno era tecnico e non un libro dei sogni: dava la priorità ai servizi sociali, alla raccolta rifiuti urbani e non prometteva la luna nel pozzo. Oltre a questi dati forniti in Consiglio, non aggiunto altro per rispetto di Giovanni».

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