Politica
28.06.2025 - 19:30
Il destino della gestione dei rifiuti a Latina è appeso a un filo, con la maggioranza comunale in questi giorni divisa sulla sorte dell'azienda speciale ABC e orientata a capire come quadrare i conti con due consuntivi approvati con riserva e un terzo definito 'invotabile' e con un Pef approvato in commissione ma stoppato e, per ora, finito nel limbo.
Ieri la prima riunione con tutta la maggioranza, alcuni coordinatori comunali dei partiti e i vertici dell'azienda speciale ha affrontato alcune criticità ma, come era prevedebile nelle premesse, senza trovare ancora una strada. In apertura di seduta hanno parlato gli assessori all'ambiente Franco Addonizio e al bilancio Ada Nasti: il primo ha tentato di illustrare il nuovo progetto con secchioni condominiali e secchioni intelligenti che è stato messo a punto, ma che sembra essere a rischio senza risolvere prima il nodo dei costi, e la seconda che ha fornito i dati elaborati dagli uffici. In questa ultima ricostruzione si è risaliti al 2019 e al piano industriale di ABC che si poneva come obiettivo di completare il porta a porta in tutta la città con una spesa di 16 milioni di euro e con 209 dipendenti. In questa fotografia il costo del personale ammontava a 10,25 milioni di euro. Oggi il porta a porta applicato a 2/3 della città costa circa 17,8 milioni di euro con 245 dipendenti. Per il completamento del progetto a partire dal 2026, il nuovo piano prevede una spesa di 21 milioni di euro e ben 290 dipendenti, con un costo del personale di 14,1 milioni di euro. Questo si traduce in 4 milioni di euro in più ed è su questo dato che le perplessità dei partiti si concentrano perché con un servizio già scadente e una Tari onerosa per i cittadini si rischia di dover affrontare nuovi costi che ricadrebbero in bolletta.
Sembra che una parte della maggioranza con in testa Noi Moderati punti a ad approvare in fretta il progetto, chiedendo di accelerare dopo aver perso già due anni e con il rischio di riempire la città di rifiuti, e approvandolo portarsi dietro di conseguenza gli altri atti (Pef e bilanci) mentre un'altra parte con Forza Italia e Lega chiede di chiarire bene e con cautela i costi, definiti fuori controllo, di questa partita e le ripercussioni che avrebbero sulle casse del Comune e sulle tasche dei cittadini.
C'è poi da chiarire l'altra criticità delle progressioni verticali del personale, quasi cento dipendenti, un'operazione da circa 1,2 milioni di euro che ha inciso pesantemente sul costo del lavoro. Bruni aveva sottolineato: «Il primo passo è riallineare la situazione di fatto alle situazioni di diritto, i costi attuali e quelli futuri correggendo ed integrando ciò che va corretto ed integrato, con gli atti necessari e opportuni».
Una operazione quella di riallineare la situazione che, se portata avanti, giocoforza potrebbe spingere a tornare indietro anche sui costi del personale, mentre secondo altri basterebbe andare avanti con il nuovo progetto per giustificare queste mansioni aggiuntive messe sotto i riflettori sia dalla due diligence che dal controllo analogo.
Tecnici e politici sono ora al lavoro per trovare soluzioni rapide a questa impasse, ma ieri soluzioni non sono emerse in un incontro che è sembrato interlocutorio e nel quale non sono mancati però toni accesi. I due opposti fronti restano sulle loro posizioni con il partito del sindaco teso a riequilibrare la partita. Una partita difficile che ieri si è giocata di fronte ai vertici di Abc e che dovrebbe ripetersi all’inizio della prossima settimana. Il consiglio monotematico, chiesto dalle opposizioni su Abc, incombe e si terrà il 2 luglio. E la maggioranza per quel giorno dovrà avere le idee chiare su cosa fare dell’azienda speciale.
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