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L'intervista

"Cent’anni di Latina e lo sguardo avanti: serve la svolta digitale"

Data center, energia pulita e ricerca: così nasce la città del futuro secondo il capogruppo della Lista Celentano, Alessandro Porzi

"Cent’anni di Latina e lo sguardo avanti: serve la svolta digitale"

Alessandro Porzi

Latina si avvicina a un traguardo storico: nel 2032 la città festeggerà cento anni. Una ricorrenza simbolica, certo, ma soprattutto l’opportunità per immaginare un nuovo posizionamento strategico del territorio in un mondo che sta cambiando con una rapidità mai vista. È su questa consapevolezza che nasce la mozione “per l’avvio di un Piano Strategico del Centenario”  elaborata dal capogruppo della lista Celentano Alessandro Porzi e pronta per essere discussa in consiglio comunale. Lo scopo del consigliere è convocare politica, istituzioni, imprese e mondo della formazione affinché collaborino alla costruzione di un grande progetto comune volto a favorire lo sviluppo del territorio attraverso infrastrutture digitali, attrazione di Data Center, promozione del fenomeno del data gravity e istituzione di un centro di ricerca di alta qualità tra imprese, Università e Sogin. "L’idea di fondo è chiara e ambiziosa in una Latina troppo spesso proiettata nel passato - spiega Porzi - una città che festeggia cento anni non può limitarsi a guardare indietro. Deve progettare i cento anni che verranno. E per farlo deve costruire oggi le condizioni per essere competitiva a partire da domani".
Un territorio davanti a un bivio: infrastrutture fisiche, ma soprattutto digitali
"Negli ultimi anni Latina ha vissuto un dibattito pubblico fortemente incentrato sulle infrastrutture fisiche – prima tra tutte la nuova Pontina, da decenni attesa – prosegue il consigliere - ma il mondo nel frattempo è cambiato. Le economie più dinamiche non crescono solo grazie a strade o collegamenti ferroviari, ma perché sono collegate alle grandi reti digitali, perché attraggono data center, perché sviluppano ecosistemi di ricerca, perché investono sulle competenze tecnologiche. Le infrastrutture digitali sono la vera leva di sviluppo del XXI secolo, ed è su esse che Latina deve costruire il suo futuro prossimo».
Un mercato in espansione: 15 miliardi di investimenti
Secondo i dati ufficiali di IDA, l’associazione che riunisce i costruttori di data center in Italia, entro il 2028 nel Paese saranno investiti 15 miliardi di euro nel settore dei data center e delle infrastrutture digitali. Di questi, ben 10,5 miliardi saranno destinati alle infrastrutture di supporto: reti, energia, campus industriali, innovazione tecnologica. «Per questo motivo gli operatori stanno guardando con crescente interesse a nuove aree, posizionate strategicamente e capaci di offrire risorse energetiche, spazi adeguati e collegamenti affidabili. Tra queste, Latina può diventare una candidata naturale".

Data gravity: quando i dati diventano motore di sviluppo territoriale
Un concetto centrale nelle idee del consigliere è quello di data gravity, fenomeno secondo cui i dati tendono a “muoversi” verso i luoghi dove esistono già grandi capacità di elaborazione, stoccaggio e analisi. Più un territorio ospita data center, più diventa conveniente per imprese e istituzioni insediarsi nelle vicinanze, grazie ai costi più bassi e alla velocità di trasmissione più elevata. "Per Latina questo potrebbe significare: attrarre nuove imprese ICT, manifatturiere e biomedicali, potenziare le aziende già presenti sul territorio, creare un ecosistema competitivo, generare occupazione altamente qualificata. Le stime parlano di oltre 100.000 posti di lavoro a livello nazionale nel settore nei prossimi anni, con ricadute trasversali in ambito sanitario, energetico, agricolo, tessile e metalmeccanico. Latina, con un progetto ben strutturato, potrebbe intercettarne una quota significativa".

Energia e sostenibilità: la sfida oltre il digitale
"L’espansione del settore dei data center - spiega ancora Porzi - pone una sfida immediata: l’approvvigionamento energetico. Per reggere l’urto della domanda servono modelli sostenibili e Latina, con la presenza di vaste aree industriali dismesse – alcune collegate a Sogin – possiede un potenziale enorme per ospitare poli digitali alimentati da energia pulita".  Uno dei passaggi più innovativi della mozione riguarda proprio la proposta di creare a Latina un Centro di Ricerca di alta qualità, fondato su una collaborazione stretta tra Università, imprese locali e internazionali e Sogin. "Questa alleanza potrebbe generare un hub di ricerca unico in Italia, capace di attrarre ricercatori e investimenti, puntando sulla formazione e trattenendo i giovani talenti del territorio che oggi spesso sono costretti a migrare. La spinta è quella a riqualificare le aree industriali abbandonate, trasformandole in hub dedicati all’innovazione digitale. Possiamo immaginare una sorta di piccola Silicon Valley pontina, capace di generare nuovi distretti e che valorizzi le eccellenze locali nei settori agricolo, farmaceutico, tessile e industriale, recuperando siti dismessi per trasformarli in poli produttivi e tecnologici".
Un campus per il futuro
In questa direzione collegata è un’altra mozione, sempre della Lista Celentano sul centenario che punta a trasformare l’area di Cirene–Borgo Sabotino in un polo strategico per ricerca, innovazione digitale e sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. "Proponiamo la nascita del Polo di Ricerca CIRENE & Digital Hub AI, un campus avanzato dedicato a ricerca applicata, competenze digitali, data center ad alta efficienza energetica destinati a imprese e pubbliche amministrazioni. L’idea è istituire una Cabina di Regia con Regione, università, imprese e partner industriali, e a realizzare uno Studio di fattibilità tecnico completo di masterplan, analisi dei vincoli, piani energetici e modello di business".


"Lo scopo – conclude Porzi - inoltre a integrare più attori in un ecosistema coordinato, collegando ricerca, innovazione, politica e industria, e prevedendo infrastrutture di supporto come trasporto pubblico efficiente, servizi condivisi e spazi comuni, per fare di Latina un modello di sviluppo sostenibile e competitivo a livello nazionale".

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