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Il caso

Ponza, conto da 923 euro. La protesta e poi le scuse. Il ristoratore: "Noi trasparenti"

Parla Mario, gestore del "Il rifugio dei Naviganti": "L'aragosta costa, abbiamo etichette con il peso. I nostri prezzi sono trasparenti"

Ponza, conto da 923 euro.  La protesta e poi le scuse. Il ristoratore: "Noi trasparenti"

«L’aragosta costa 230 euro al chilo. E noi la mostriamo viva al tavolo prima di cucinarla». È con queste parole che Mario, il gestore del ristorante “Il Rifugio dei Naviganti” di Ponza ha risposto alla polemica esplosa dopo la pubblicazione di un articolo su La Repubblica, a seguito della diffusione sui social di uno scontrino da 923 euro per un pranzo a base di aragoste e vino servito a quattro turisti di Latina.

Il caso, verificatosi nel primo weekend di luglio sulla maggiore delle isole pontine, ha riacceso il dibattito — mai sopito — sui prezzi alle stelle nelle località turistiche italiane più ambite. I quattro clienti hanno ordinato antipasti, quattro primi piatti, acqua e due bottiglie di vino, con il conto finale salito a causa degli scialatielli all’aragosta: 759 euro in totale, ovvero 230 euro a testa. Ma dal ristorante arriva una versione che punta a chiarire ogni dettaglio dell’esperienza.

«Abbiamo piatti da 15-20 euro – spiega il titolare – ma se uno sceglie l’aragosta, sa che ha un costo. Non è una sorpresa. La presentiamo viva, con l’etichetta che indica il peso. In questo caso erano 825 grammi a persona». Il ristoratore racconta anche una prassi del locale: «Portiamo i clienti vicino all’acquario per farli scegliere. È vero, ha un impatto vedere l’aragosta viva in mano, ma serve a far capire bene cosa si ordina». Mario spiega: «Siamo famosi per la nostra aragosta e se era troppo, si poteva scegliere una più piccola. Noi non vogliamo passare per quelli che approfittano della buona fede». Nella giornata di ieri uno dei quattro clienti ha chiamato Mario: «Mi ha confermato che si è sempre trovata bene da noi e ha concordato con me sul fatto che se avessero ordinato la più piccola di aragosta, il conto sarebbe stato diverso».

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