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Il fatto

Disposta l'analisi dei rifiuti interrati nell'ex frigomarket Pacifico

La Procura ha affidato ai tecnici di Arpa Lazio il compito di caratterizzare i materiali trovati dai carabinieri del Nipaaf nella discarica abusiva

Prima della bonifica del suolo contaminato, chiesta e ottenuta dalla società P&D affidataria del complesso ex Pacifico, sarà necessaria l’analisi dei rifiuti speciali interrati nel corso dei lavori ristrutturazione del frigomarket dismesso in un’area adiacente. Acconsentendo l’opera di risanamento ambientale proposta dalla stessa impresa indiziata di avere interrato i materiali di scarto, la Procura ha infatti disposto l’attività di caratterizzazione dei rifiuti, affidando l’incarico ai tecnici di Arpa Lazio. Saranno loro a stabilire il potenziale inquinante dei pannelli isolanti sbriciolati e messi sotto terra, quindi quantificare l’estensione della discarica abusiva scoperta e sequestrata dai carabinieri forestali del Nipaaf.


La procedura avviata rappresenta un passaggio obbligato, propedeutico alla bonifica stessa, utile anche per la valutazione delle responsabilità penali da attribuire al legale rappresentante della società che stava conducendo i lavori di ristrutturazione e a chi altro sarà individuato come esecutore della pratica illecita. In particolare i tecnici dovranno effettuare la classificazione dei rifiuti attraverso l'analisi chimica che determina le sostanze presenti nei materiali interrati, la loro pericolosità e quindi individuare le modalità del successivo smaltimento.


La discarica abusiva era stata scoperta a fine luglio dai carabinieri del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale nel corso di un sopralluogo nel complesso dell’ex frigomarket Pacifico, espropriato dal Consorzio industriale interrompendo la vendita giudiziaria disposta nell’ambito di una procedura fallimentare. Il sito di via Carrara a Tor Tre Ponti infatti è stato assegnato alla P&D con una procedura alternativa, che ha consentito alla società di pagare solo il valore della superficie, poco più di un milione e mezzo di euro, oltre agli oneri consortili, perché il valore degli edifici, stimato in 4.687.500 euro, è stato compensato dai contributi statali che la vecchia proprietà aveva ottenuto nel corso della sua attività.


In cambio di questo trattamento indubbiamente favorevole, la P&D aveva dovuto presentare un piano industriale che verte sulla valorizzazione del compendio espropriato, con l’avvio di una nuova attività produttiva nel settore della logistica e dei trasporti legata al commercio online, oltretutto con l’obbligo di iniziare i lavori di ristrutturazione entro cinque anni dal momento dell’assegnazione del complesso immobiliare.

Peccato che la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata depositata in Comune, non solo prevedeva esclusivamente la ristrutturazione del capannone, ma non menzionava neppure un’impresa incaricata per l’esecuzione dei lavori che dovevano essere portati a termine “in economia” dalla proprietà. Insomma, opere di bonifica e smaltimento dei rifiuti speciali non erano contemplate. Fatto sta che durante il controllo i carabinieri forestali avevano trovato alcune pile di pannelli isolanti rimossi dalle vecchie celle frigorifere e avevano notato il terreno smosso: scavando con una pala avevano trovato gli stessi materiali isolanti sbriciolati e poi ricoperti con la terra. Sequestrata l’area, è scattata l’indagine che ha portato all’apertura di un’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giuseppe Miliano.

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