Il caso
27.08.2025 - 14:15
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha accolto parzialmente il ricorso di un cittadino contro il Comune di Ardea, annullando parte delle somme richieste per la regolarizzazione di una casa abusiva. I giudici hanno stabilito che il proprietario non dovrà pagare i 3.451 euro pretesi dal comune di Ardea come oblazione integrativa. E che il calcolo degli oneri di urbanizzazione, quantificati dallo stesso Comune di Ardea in oltre 51mila euro, dovrà essere rifatto. Probabilmente, ridotto in modo decisamente sostanzioso. L’Amministrazione comunale di Ardea, infatti, ha utilizzato criteri temporali non corretti, riferiti al rilascio del condono, ossia all’anno 2022. Invece che alla data di presentazione della domanda, risalente al 1986.
La storia nasce proprio nel 1986, quando il proprietario dell’immobile presentò istanza di condono edilizio per sanare l’abitazione realizzata senza titolo. Nonostante il pagamento delle somme allora richieste, il procedimento non fu mai concluso dal Comune. Decenni dopo, nel 2022, l’Amministrazione ha avviato un nuovo procedimento chiedendo ulteriori pagamenti: 3.451 euro di oblazione, 51.421 euro di oneri concessori e 1.802 euro di diritti di segreteria. Il cittadino ha impugnato l’atto al Tar DEL LAZIO.
Il cuore della controversia riguarda il momento temporale a cui fare riferimento per calcolare gli oneri di urbanizzazione. Una parte della giurisprudenza li lega al rilascio del permesso in sanatoria, un’altra alla data della domanda di condono.
Il Tar Lazio ha scelto di seguire la seconda interpretazione, ritenendo che il cittadino debba conoscere da subito l’importo da pagare, così da decidere se sanare l’abuso o demolire l’opera. Diversamente, si creerebbe incertezza e si premierebbe l’inerzia delle Amministrazioni, che potrebbero trarre vantaggio economico dal ritardo.gittimità di queste richieste.
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