In Italia, con l'approvazione della legge 242/2016, è stata fatta un'eclatante scelta: la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno approvato la coltivazione di canapa industriale (Canapa sativa L.), contenente bassissimi contenuti di THC e alte percentuali di CBD. È proprio il principio attivo CBD che ha attirato fortemente l'attenzione delle persone, ricercatori compresi. I benefici di questo cannabinoide e il fatto che non influisca in alcun modo sulla nostra mente hanno fatto sì che diventasse forte oggetto di interesse nel panorama medico-scientifico, tanto che gli studi a riguardo sono cresciuti a livello esponenziale.
Non solo: anche i consumatori si sono interessati al CBD (forse molto più che alla legalità della canapa non psicoattiva), tanto che cercare online Justbob, oppure altri negozi di prodotti a base di canapa legale - è diventata una delle pratiche più in voga degli ultimi anni. Ma che cos'è il CBD precisamente? È una sostanza drogante oppure no? Vediamo di rispondere in maniera chiara a queste domande.
Che cos'è il cannabidiolo? È una sostanza psicoattiva?
Il CBD (abbreviazione di cannabidiolo) è un fitocannabinoide, un composto naturale prodotto dalla pianta Cannabis sativa. Nello specifico, sono le ghiandole della canapa chiamate tricomi a produrre questa sostanza - e molti altri cannabinoidi -, concentrate in particolar modo nei fiori ma anche nelle foglie e in altre parti della pianta. Divenuto sempre più famoso negli ultimi anni grazie alla distribuzione di canapa legale e prodotti derivati, il CBD interagisce con il nostro sistema endocannabinoide senza però dare effetti psicotropi.
Quindi, a differenza del THC, il CBD non è una sostanza psicoattiva né è considerato una droga. Non altera in alcun modo la nostra psiche e la nostra percezione della realtà, dunque non dà effetti come euforia, alterazione spazio-temporale e altre conseguenze tipiche dell'assunzione di THC.
Nonostante ciò, l'assunzione di cannabidiolo influenza il nostro organismo e presenta degli effetti molto ricercati.
Tutti gli effetti del CBD, principio attivo (ma non psicoattivo) della canapa
I cannabinoidi, in particolare il THC e il CBD, interagiscono con il sistema endocannabinoide del nostro corpo, un complesso sistema di neurotrasmettitori che regola una serie di funzioni, tra cui il sonno, l'umore, l'appetito e la memoria. Il sistema endocannabinoide comprende tre componenti fondamentali, endocannabinoidi, enzimi e recettori:
â Gli endocannabinoidi (cannabinoidi endogeni) sono molecole che il nostro corpo produce autonomamente. Sono simili ai cannabinoidi, ma prodotti dall'organismo umano: non parliamo di CBD e THC, presenti solo nella cannabis, ma di altre sostanze come l'anandamide e l'arachidonoilglicerolo.
â Gli enzimi si occupano della scomposizione degli endocannabinoidi una volta che questi ultimi hanno svolto la loro funzione.
â I recettori cannabinoidi detti CB1 e CB2 sono presenti in tutto il corpo umano e si legano ai cannabinoidi (sia prodotti dall'organismo sia esterni) per far sì che il sistema endocannabinoide entri in azione.
Sono proprio i recettori che interagiscono con il CBD - e anche con gli altri cannabinoidi - dando degli effetti che hanno catturato l'attenzione dei ricercatori in campo medico-scientifico.
Gli effetti che scaturiscono dall'interazione del CBD con i recettori CB1 e CB2 sono i seguenti:
â analgesico (antidolorifico)
â antinfiammatorio
â antiemetico
â rilassante
â antiossidante
â immunosoppressivo e immunoregolatore
â ipotensivo
â antispastico
â stimolante dell'appetito
Inoltre, gli effetti collaterali sono molto blandi: possibile sonnolenza data dal rilassamento muscolare e pressione bassa nelle persone che soffrono di ipotensione (le persone che soffrono di ipertensione beneficiano, invece, dell'effetto ipotensivo del CBD).
CBD: si può utilizzare in campo farmacologico?
Gli effetti benefici del cannabidiolo lo rendono una delle sostanze naturali più quotate per l'utilizzo in ambito medico, tanto che i farmaci a base di cannabis terapeutica contengono sia CBD sia THC. Però non si può parlare di una "cura" a base di cannabidiolo: questo principio attivo della cannabis è capace di placare alcuni sintomi (tra cui il dolore e la rigidità muscolare) ma non è considerabile come un rimedio a delle patologie. Inoltre, sebbene le sperimentazioni sugli animali abbiano dato esiti assolutamente positivi, gli studi applicati all'uomo sono ancora pochi. Il CBD non è una droga ma le ricerche svolte fino ad oggi (a cui, probabilmente, si aggiunge la demonizzazione della marijuana) non bastano per considerarlo una sostanza terapeutica.
Per questo, in Italia, si possono commerciare prodotti come l'olio di CBD, la marijuana light (ovvero la cannabis sativa con THC inferiore allo 0,2%), cristalli di cannabidiolo e molto altro… ma solo nei negozi online e fisici, non nelle farmacie. I farmaci a base di cannabis si realizzano esclusivamente con la marijuana medica coltivata nello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, che contiene THC e CBD. Tali medicinali non sono quindi equiparabili né alla cannabis light né all'olio CBD che ne deriva, in quanto (ironia della sorte!) la cannabis da cui derivano è psicoattiva.