La scogliera in prossimità di Torre Fico resta un'area molto pericolosa per i potenziali crolli dalla parete rocciosa del promontorio. Nelle scorse ore è arrivata l'ennesima conferma con il crollo di due enormi massi che per fortuna non hanno causato conseguenze alle persone. Già, perché come noto, se è vero che dal 2014 quell'area è interdetta proprio per il rischio frane è altrettanto vero che sono in molti, tra residenti e turisti, a non rispettare i divieti imposti dalle autorità con tutti i rischi che ne conseguono. Del resto a testimoniarlo ci sono le multe fioccate negli anni a quanti hanno sempre fatto "orecchie da mercante" davanti all'interdizione.
L'allerta, dunque, resta alta in attesa di arrivare, un giorno, ad espletare quei lavori necessari per mettere in sicurezza la scogliera. Da cinque anni, infatti, la spiaggia del porto di San Felice Circeo attende un intervento dell'amministrazione comunale che però continua ad essere rinviato a causa della mancanza di fondi. Non a caso il Comune, come già tentato in precedenza, anche nei mesi scorsi è andato a bussare alla porta della Regione Lazio partecipando a un bando ad hoc nella speranza di ottenere finanziamenti. Nel frattempo, però, i crolli di massi continuano come aveva "pronosticato" proprio nel 2014, dall'alto della sua esperienza, il geologo Nello Ialongo in una relazione messa nero su bianco dopo l'effettuazione di un'indagine geomorfologica su buona parte della scogliera, vale a dire nel tratto tra grotta delle Capre e grotta della Maga Circe. «Il dottor Ialongo - si sottolineò nella delibera della Giunta dei primi mesi di quest'anno e utile per partecipare al bando regionale -, nel corso dell'espletamento dell'incarico affidatogli, ha eseguito anche il sopralluogo sul costone sottostante Torre Fico e soprastante la spiaggetta libera a ponente del porto turistico, rilevando che la parete rocciosa retrostante la spiaggia, sia quella al lato del molo e sia sul costone sottostante Torre Fico, presenta ammassi rocciosi in condizione di instabilità». Non resta che sperare nella Pisana, dunque, anche perché ci vogliono circa 395.000 euro per potersi lasciare la criticità definitivamente alle spalle.